RELAZIONE degli incontri del 16 e 23 maggio 2019
“Accompagnare l’altro nell’ascolto.
Un’occasione per diventare più consapevoli di sé nel raccontarsi all’altro.”
Relatore: Paola Soncini psicologa.
Parte 1
Lavoro a coppie: in 10 minuti mi racconto a chi ho di fronte e successivamente i ruoli si invertono e ascolto il mio interlocutore. Ripeto tutto con un’altra persona.
Cosa ho raccontato? Quali sono state le differenze tra il raccontarmi la prima volta e la seconda? Come mi sono sentito?
Racconto aspetti personali
Racconto il mio lavoro, quello che faccio, sto sul NEUTRO
La seconda volta è stato più intimo…come se continuasse il mio racconto passando alla seconda persona
Non racconto niente di personale, mi sento giudicato, a disagio
Non parlo di me perché ritengo non interessi all’altro
Se io parlo non imparo…preferisco ascoltare
Parte 2
PERCHE’ RACCONTARSI?
È terapeutico.
La donna spesso ha bisogno di qualcuno che la ascolti, senza per questo aver bisogno necessariamente di ricevere consigli. Nel parlare, infatti, si chiarisce da sola e trova le sue risposte. L’uomo, per lo più, non ha questo bisogno di mettere in parole e quindi trova più difficile il raccontarsi.
Per raccontarsi bisogna essere APERTI e DISPONIBILI ad accogliere ciò che succederà in seguito, ad accogliere l’imprevedibile (emozioni) che potrebbe emergere da sé.
Chi racconta è un soggetto attivo: in modo automatico, inconsapevole, seleziona ciò che vuole raccontare in base all’esigenza del momento e in base all’interlocutore.
Per raccontarci bisogna appassionarci al nostro passato, alla nostra vita, riconciliarci con noi stessi. Grazie al passato sono ciò che sono, potrà sperare in un futuro promettente….
CHI ASCOLTA…
Non deve giudicare
Deve essere: ATTENTO – RILASSATO – UNA SPUGNA
Deve andare a cercare quello che la persona che sta raccontando trascura, ciò che non vede, trovare il positivo per restituirlo a chi si sta raccontando.
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